LA VIA FRANCIGENA


da San Miniato a Roma in bici
appunti di viaggio


partecipanti: 4 adulti+ 4 ragazzi dai 9 ai 13 anni
periodo: Pasqua 2010
grado di preparazione sportiva: media
mezzo: mountain bike+treno (+ pulmino da casa al punto di partenza)
km percorsi: 250
giorni: 7

Caricando le bici sul furgone
Sfida n. 1: per una che parte sempre con due valigie piene di vestiti e scarpe tacco 12 la prima sfida è chiara: portare poca roba e farla stare in quelle minuscole borsettine da bici!
Sfida n. 2: per dormire nelle spartane sistemazioni di parrocchie e centri di accoglienza, con bagni in comune e grandi camerate... qualche problema me lo sono fatto prima di partire. In realtà lo spirito del viaggio mi ha fatto superare tutte le remore iniziali ed è andata benissimo. Anzi: uno dei momenti più intensi del viaggio è stato proprio il soggiorno al centro accoglienza di Siena.
Sfida n. 3: 250 km in bici su è giù per le colline della Toscana prima e del Lazio poi. Essendo una ciclista della domenica, pensare di affrontare una simile avventura e soprattutto farla affrontare ai miei figli ha rappresentato una bell’atto di incoscienza, ma per fortuna non sempre si è razionali: credo di aver vissuto e fatto vivere ai miei bimbi una delle esperienze più belle della loro vita, che sicuramente ricorderanno con piacere anche da grandi.
Bagno Vignoni

Preparazione: abbiamo organizzato il viaggio utilizzando come riferimento il sito http://www.viafrancigena.eu/. Il sito è dettagliatissimo e la sezione “tappe” è molto ben strutturata: abbiamo infatti realizzato il piano di viaggio utilizzando i roadbook che sono fatti benissimo. Dato che i tragitti sono previsti per i pellegrini a piedi, abbiamo unito due tappe considerando che in bici ci avremmo impiegato la metà: in realtà l’equazione non ha sempre funzionato a causa di alcuni tratti più impegnativi. Inoltre abbiamo a volte dovuto allungare o accorciare le tappe per adeguarci alle sistemazioni prenotate, ricorrendo qualche volta al treno dove presente. Percorrendo la via Francigena abbiamo infatti deciso che per i pernottamenti avremmo utilizzato quelli previsti dalla “Ospitalità lungo la Via Francigena”. Tuttavia non è sempre stato possibile a causa di strutture non disponibili (del resto era la settimana di Pasqua). In effetti le strutture proposte non sono ancora molte e quindi ci siamo arrangiati con prenotazioni alternative.
la nostra guida
Importante: prima di partire per essere veri pellegrini ci siamo muniti delle credenziali, ossia una sorta di carta d’identità del pellegrino che viene vidimato nelle varie tappe a testimonianza del cammino percorso. Sul sito sopraindicato tutte le informazioni per ottenerle.

credenziali
Difficoltà: il percorso scelto, da San Miniato a Roma è molto collinare per cui alcune tappe risultano particolarmente impegnative, considerando anche il peso delle borse, ma i paesaggi di cui si può godere durante il viaggio ripagano ampiamente la fatica!

Viaggio meraviglioso carico di emozioni a contatto con la natura sulle orme degli antichi pellegrini. Storia arte cultura e sport.

Da qualche parte vicino a Viterbo
sabato: Tappa San Miniato – Gambassi Terme – (San Gimignano)

ore 15.00 partenza dalla stazione di San Miniato. La stazione è in basso, molto in basso rispetto al paese, così inauguriamo subito il viaggio con una salita di tutto rispetto. Nonostante il primo impatto, il morale è alto; anche i ragazzi non sembrano avere nessuna difficoltà ad arrampicarsi su per la collina. 
San Miniato
Vidimate le credenziali all’ufficio turistico di San Miniato (l’abbazia indicata è in cima ad una salita terrificante che scartiamo subito), partiamo per il nostro viaggio, attraversando la bellissima piazza di San Miniato con i edifici decorati e poi via verso Gambassi Terme e San Gimignano. Il percorso è bellissimo, con un primo meraviglioso assaggio dei paesaggi toscani. Dopo 3 ore, spersi nella campagna, guardandoci intorno non vediamo nessun centro abitato all’orizzonte.  In effetti Gambassi si rivelerà più lontana del previsto a causa di una  deviazione poco segnalata che ci fa allungare il percorso di 8 km.

 Incontriamo un ciclista in mountain bike che ridendo ci dice che credeva di essere l’unico matto ad andare in bici su quei sentieri. Verso le 8 di sera dobbiamo rinunciare a raggiungere San Gimignano perchè si sta facendo buio e ci fermiamo a Gambassi. La fortuna ci assiste facendoci trovare un bellissimo bed & breakfast nel centro del paese. Per la cena invece ci sono pochi ristoranti e tutti pieni. Verso le 11 di sera riusciamo a mettere qualcosa sotto i denti, mangiando imbacuccati al freddo, nel dehor di uno dei locali... vita da pellegrini.
 
Certaldo
domenica: Tappa San Miniato – Certaldo – Siena

Ci svegliamo con un cielo plumbeo che non annuncia niente di buono. Le previsioni per la giornata sono pessime, pertanto abbandoniamo a malincuore il tragitto originale verso San Gimignano e scendiamo a Certaldo, dove c’è la stazione, per prendere il treno fino a Siena.

Siena

In attesa del treno abbiamo il tempo di salire al centro storico di Certaldo: il paese è bellissimo e se non fosse per i turisti con le macchine fotografiche, sembrerebbe rimasto al Medioevo.

All’arrivo alla stazione di Siena abbiamo di nuovo davanti una bella salita per raggiungere il centro città dove abbiamo fissato il pernottamento. Questa volta  ci tocca pedalare sotto una pioggia battente, e nonostante il tempo inclemente, fatichiamo a farci spazio nella folla dei turisti che si dirige come noi verso Piazza del Campo. Cerchiamo il centro di accoglienza Santa Luisa e trascorriamo lì la Pasqua più emozionante della nostra vita con suor Ginetta e gli ospiti del centro.

Lunedì: Tappa Siena – Buonconvento - San Quirico


Piove ancora ma le previsioni sono migliori per il pomeriggio, così decidiamo di visitare ancora Siena al mattino e partire con il treno per Buonconvento a mezzogiorno. Da Buonconvento iniziamo finalmente a pedalare. Altri paesaggi meravigliosi, cascinali incantevoli, castelli, vigne. Un timido sole ci accompagna nella lunga salita verso San Quirico, dove pernottiamo in parrocchia.




Martedi: San Quirico - Bagno Vignoni - Radicofani

Vignoni Alta

Questa è una delle tappe più impegnative, ma una delle più belle. Il tratto di Val d’Orcia che si percorre è il più pittoresco in assoluto a mio avviso. Partiamo al mattino presto verso Bagno Vignoni. Piccola deviazione verso Vignoni Alta da cui si gode di un paesaggio degno di un quadro di Giotto. 
Bagno Vignoni
Meraviglia anche a Bagno Vignoni, dove la piazza centrale con la sua vasca di acqua termale mi incanta ogni volta che ci torno. Guardando l’orizzonte vediamo la rocca di Ghino di Tacco a Radicofani,  che espugneremo dopo  l’impegnativa salita. La ricompensa per le nostre fatiche è un lauto pranzo presso il ristorante “La Grotta” che consiglio vivamente a tutti. Quasi rotolandoper il troppo cibo, riprendiamo la Francigena per andare all’agriturismo che abbiamo prenotato (purtroppo la parrocchia del paese aveva già tutto pieno). Cinque km di discesa (fortunamente) ci portano in un posto incantevole fuori dal mondo, immerso in una natura spettacolare di crete e verde.

Mercoledì: Radicofani - Acquapendente - Bolsena

Questa è la tappa di passaggio dalla Toscana al Lazio. Il paesaggio inizia a cambiare: dopo un primo tratto ancora toscano con colline, verde e greggi ne passiamo altri un pò noiosi, accanto a zone industriali o campagna piatta e brulla. Graziosa Acquapendente dove visitiamo la chiesa del Santo Sepolcro, su cui verremo “interrogati” al nostro arrivo a San Pietro.

Bolsena
Avvicinandoci a Bolsena la vista del lago ci rasserena e raggiungiamo un hotel in centro (anche qui non abbiamo potuto prenotare le strutture convenzionate a causa del pienone di Pasqua). Nel pomeriggio visitiamo la Basilica di Santa Cristina.

Giovedì: Bolsena - Viterbo - Vetralla 


La tappa si rivela abbastanza impegnativa, ma interessante. Il primo tratto è in mezzo a boschi da cui si intravedono begli scorci del lago. Per arrivare a Montefiascone però ci sono molte salite che ci stancano parecchio. Ci tocca guadare un torrente in quanto in questa stagione l’acqua è abbastanza alta. 
Cassia
Incantevole il tratto di via Cassia, ancora con il lastricato romano, che trasuda storia. Arriviamo verso le 15 a Viterbo dove riusciamo a trovare qualcosa da mangiare. Poi prendiamo il treno per Vetralla e raggiungiamo il monastero Regina Pacis dove mangiamo e dormiamo.

Venerdì: Vetralla – Sutri – Roma

Eccoci all’ultimo giorno di bici. Attraverso noccioleti e campi incontriamo nel bel mezzo della campagna le monumentali Torri d’Orlando e dei simpatici cagnolini che ci accompagnano per un po’. 
Torri d'Orlando
A Sutri prendiamo il treno in quanto arrivare a Roma in bicicletta è proibitivo per il traffico. Uscendo dalla stazione di San Pietro ci troviamo di fronte il Cupolone in tutta la sua imponenza. Superata la polizia che non vuole farci avvicinare ad uno degli ingressi laterali di San Pietro, parliamo con le guardie svizzere che ci fanno invece entrare.

Vaticano
Veniamo accolti da don Bruno che dopo un colloquio, controlla le nostre credenziali e ci rilascia i certificati del pellegrinaggio. Poi come premio visitiamo con lui la Cappella posta sotto l’altare di San Pietro interdetta al flusso dei turisti: ce lo siamo proprio meritati!
Usciamo e dopo varie peripezie e un lungo giro in bici nel traffico di Roma che non consiglio assolutamente, arriviamo all’istituto Suore dell’Addolorata per la sistemazione. Dopo aver smontato le bici che il giorno dopo caricheremo in treno per tornare a casa facciamo un giro ai Fori Imperiali e ci gustiamo una bella cena in un locale tipico.


Sabato: si torna a casa, stanchi ma felici...